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Rita Levi Montalcini, la rinomata neurologa e premio Nobel per la Medicina, ha dato luce sul complesso funzionamento del cervello umano, sottolineando cervelli distinti che guidano le nostre azioni e le nostre emozioni.
Secondo la Montalcini, è fondamentale che sia gli insegnanti che i giovani stessi acquisiscano una maggiore consapevolezza di questa doppia natura del cervello per sviluppare un’educazione più efficace e consapevole.
Il cervello arcaico, come descritto dalla Montalcini, è il risultato di milioni di anni di evoluzione e ha un ruolo cruciale nel regolare le emozioni umane. Situato nell’ippocampo, questo cervello arcaico si è sviluppato per garantire la sopravvivenza della specie, consentendo ai nostri antenati di far fronte alle sfide dell’ambiente circostante e di proteggersi dagli aggressori. Nonostante il progresso nel campo cognitivo, gran parte del nostro comportamento è ancora influenzato da questo cervello primitivo, che può agire in modo subdolo e mascherato dietro il linguaggio e le apparenze cognitive.
Dall’altro lato, il cervello cognitivo, situato nella neo-corteccia, è una struttura più recente e si è sviluppato in un arco di tempo di circa 150.000 anni. È responsabile delle capacità di linguaggio, ragionamento e pensiero astratto che distinguono gli esseri umani dagli altri animali. Questo cervello più giovane è stato alimentato dalla cultura e ha consentito la creazione di straordinari progressi nell’ambito dell’intelligenza umana. Tuttavia, nonostante i suoi sviluppi notevoli, il cervello cognitivo non può ignorare l’influenza del cervello arcaico e la sua capacità di mimare il ragionamento e nascondere le emozioni più profonde.
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